
Le interviste di Young to Young
A cura di Annalice Gandini (GE) e Lorenzo Belluomini (VR)@ ESMO GI 2025 - Barcellona, 2-5 luglio 2025
News dal congresso
Con Luca Lazzari (IFOM, Milano) abbiamo discusso dell’evoluzione e del ruolo sempre più centrale della biopsia liquida nel carcinoma del colon, dalle fasi precoci fino alla malattia avanzata. Questa tecnologia consente un monitoraggio dinamico e non invasivo della malattia, supportando decisioni terapeutiche più tempestive e personalizzate, oltre a migliorare la stratificazione molecolare nei trial clinici.
Andrea Casadei Gardini (Ospedale San Raffaele, Milano) ha illustrato le ultime novità nel trattamento dell’epatocarcinoma, con particolare attenzione ai risultati dello studio TALENTACE. Il trial ha dimostrato che l’associazione di TACE on-demand con Atezolizumab e Bevacizumab migliora significativamente la TACE-PFS rispetto a TACE da solo nei pazienti con HCC intermedio e burden tumorale elevato. I dati, ottenuti su una popolazione asiatica, aprono la strada a nuovi paradigmi terapeutici anche in questa fase di malattia, con un profilo di sicurezza gestibile.
Con Annarita Sibilio (Hospital del Mar Research Institute, Barcellona) abbiamo parlato del ruolo di DICE – Digestive Cancers Europe, organizzazione no-profit europea che unisce le associazioni di pazienti e promuove il dialogo con tutti gli stakeholder coinvolti nelle neoplasie digestive. È emersa con forza l’importanza di coinvolgere attivamente le organizzazioni di pazienti nei trial clinici internazionali, per garantire studi più inclusivi, accessibili e centrati sui reali bisogni dei pazienti.
Comunicazioni orali
Beatrice Borelli (Azienda Ospedaliera Pisana) ha presentato i risultati dello studio italiano di fase II ShorTrip, che ha valutato l’efficacia e la fattibilità di un approccio TNT con radioterapia short course (SCRT) seguita da FOLFOXIRI in pazienti con carcinoma rettale localmente avanzato (LARC). Lo studio ha raggiunto il suo endpoint primario con un tasso di risposta patologica completa (pCR) del 33%, e un 69% di risposte patologiche maggiori (MPR), con tossicità gestibile. I risultati rafforzano il razionale per l’integrazione del triplet in questo setting.
Antonella Cammarota (Istituto Humanitas, Milano) ha discusso il ruolo crescente della medicina di precisione nel trattamento dei tumori rari, evidenziando le sfide cliniche legate all’eterogeneità biologica e alla limitata disponibilità di dati e terapie standardizzate. Ha sottolineato l’importanza di strategie personalizzate, collaborazione multicentrica e accesso a test molecolari avanzati per migliorare gli outcomes in questi pazienti spesso esclusi dai grandi studi registrativi.
Paolo Ciracì (Azienda Universitaria Pisana) ha illustrato i risultati dello studio PARERE, trial di fase II che ha valutato il sequencing ottimale tra panitumumab e regorafenib in pazienti con mCRC RAS/BRAF wild-type in fase chemiorefrattaria. Grazie all’uso della ctDNA per l’iperselezione molecolare, è emerso che il reimpiego di panitumumab nei pazienti RAS/BRAF wt porta a un beneficio clinico superiore rispetto a regorafenib, con un ORR del 16% vs 2%. Lo studio conferma il valore della biopsia liquida nella gestione del mCRC anche in linee avanzate.
Benedikt Westphalen (Comprehensive Cancer Centre Munich, LMU) ha approfondito il ruolo delle mutazioni di BRAF nel colangiocarcinoma e in altri tumori rari, sottolineando come la comprensione delle alterazioni molecolari stia ridefinendo la classificazione e la gestione terapeutica di queste neoplasie. Ha evidenziato i risultati incoraggianti ottenuti con targeted therapy nei pazienti BRAF-mutati e l’importanza della caratterizzazione genomica precoce anche nei tumori meno frequenti, promuovendo un approccio realmente personalizzato
Poster
La nostra Annalice ha presentato uno studio retrospettivo multicentrico focalizzato sui pazienti con mCRC BRAF V600E-mutato che hanno dovuto sospendere cetuximab (CET) a causa di reazioni infusive severe (IRRs). L’analisi, condotta tramite il registro AGEO, ha valutato l’efficacia e la sicurezza della combinazione encorafenib + panitumumab (ENCO-PANI) come alternativa a ENCO-CET.
Virginia Genovesi (Università di Pisa) ha presentato uno studio retrospettivo su pazienti con adenocarcinoma del pancreas localizzato sottoposti a resezione chirurgica presso il Vall d’Hebron University Hospital. L’analisi ha evidenziato che una quota significativa di pazienti va incontro a recidiva precoce associata a prognosi sfavorevole. Tra i fattori correlati a ER sono emersi un pT elevato e la mutazione di KRAS (eccetto G12R). Questi dati sottolineano la necessità di strumenti predittivi per selezionare meglio i pazienti a rischio di ricaduta precoce.
Alessandra Raimondi (INT Milano) ha presentato un’ individual patient data meta-analisi su quattro studi randomizzati di fase II (Valentino, Panama, Improve, Prodige-28), confrontando le strategie di maintenance (anti-EGFR ± FUFA) versus approccio stop&go dopo induzione con anti-EGFR + FOLFOX/FOLFIRI in pazienti con mCRC sinistro, RAS/BRAF wt e MSS. I risultati mostrano OS comparabili tra le strategie, PFS superiore con maintenance e TTFS più favorevole con stop&go, supportando l’uso flessibile di entrambe le opzioni in base a profilo clinico e preferenze del paziente.
Sebastian Stintzing (Charité, Berlino) ha presentato i dati dell’interim analysis dello studio osservazionale BERINGCRC, il primo a valutare l’efficacia reale della combinazione encorafenib + cetuximab (E+C) in pazienti con mCRC BRAF-V600E mutato in Germania, Austria e Svizzera. I risultati confermano l’efficacia e la sicurezza della combinazione anche in una popolazione più anziana e meno selezionata rispetto al trial BEACON CRC, con un ORR del 31.2% e una sopravvivenza mediana (OS) di 9.5 mesi. Lo studio è ancora in corso e fornirà dati aggiuntivi su efficacia e qualità di vita.
Vittorio Studiale (Università di Pisa) ha presentato un’analisi su pazienti con carcinoa dle colon metastatico solo al fegato, sottoposti a resezione epatica dopo terapia di prima linea. Lo studio ha valutato il ruolo della ctDNA come marcatore di malattia minima residua (MRD), utilizzando un test tumor-naïve basato su metilazione e varianti genomiche. I pazienti MRD-negativi post-chirurgia hanno mostrato una sopravvivenza libera da recidiva significativamente più lunga, indicando il potenziale della ctDNA nel guidare le decisioni cliniche post-operatorie.
Francesco Sullo (IRST Meldola) ha presentato il primo studio ancillare pre-pianificato del trial randomizzato PRODIGE54, volto a valutare il ruolo prognostico e predittivo della ctDNA nei pazienti con mCRC dMMR/MSI-H trattati con inibitori dei checkpoint immunitari (ICI). L’analisi ha mostrato che la variazione precoce della ctDNA a un mese dall'inizio del trattamento (ΔctDNA) è significativamente associata a PFS e OS, suggerendo il potenziale di questo biomarcatore come strumento predittivo precoce nei pazienti sottoposti a immunoterapia.
Rodrigo Toledo (VHIO, Barcellona) ha presentato un’analisi sulla concordanza tra biopsia liquida (LBx) e tissutale (TBx) per il rilevamento di RAS e BRAFV600E in pazienti con mCRC, e sul ruolo della mutazione RNF43 come potenziale biomarcatore predittivo di risposta alla combinazione anti-BRAF/EGFR. Su oltre 600 pazienti analizzati, è emersa un’alta concordanza (PPA ≥95%) tra LBx e TBx in presenza di adeguata tumor fraction (TF ≥10%), e un'associazione tra mutazione RNF43 e outcome clinici favorevoli, suggerendo un possibile valore predittivo nel setting BRAFV600E-mutato.
Francesca Salani (Università di Pisa) ha presentato uno studio retrospettivo sull’impatto clinico dello stenting biliare palliativo in pazienti con tumori biliopancreatici (PC e CCA). L’analisi, condotta su 64 pazienti di due centri italiani, ha evidenziato che solo lo stadio di malattia al momento dello stenting influisce significativamente sulla sopravvivenza a 3 mesi. Nei pazienti in stadio IV, fattori come performance status ed esposizione a chemioterapia pregressa risultano associati alla prognosi, sottolineando la necessità di una valutazione personalizzata del rischio-beneficio prima della procedura.